Tra le genti d’Etiopia 2004 & 2005

Agosto 2004 e agosto 2005: per due estati decidiamo di andare in Etiopia del Sud …. un viaggio atteso e desiderato, ma non scontato.

Atteso e desiderato perché, in generale, il Paese attira e stupisce per la sua cultura e le sue popolazioni; in particolare, perché nella mia storia personale esiste un lontano avo che condusse le prime esplorazioni nel 1892 per la Società Geografica Italiana nell’area del Corno d’Africa: Giuseppe Candeo.

Tuttavia forse per nessuno di noi era dato per scontato: soprattutto per la “naturale” resistenza che i sahariani hanno ad abbandonare le grandi sabbie e il loro mezzo, quando la mancanza di tempo per le troppo grandi distanze e le ritrosie alla spedizione in container ti impediscono di guidare il tuo Defender… per poi magari trovarsi su un Toy…..

L’Etiopia è un paese in movimento: tagliato in due dalla grande spaccatura della Rift Valley che si osserva facilmente dallo spazio. Questa sua conformazione permette al viaggiatore di scoprire cime fredde e ventose anche d’estate, attraversate da strade tipicamente di montagna costruite dai nostri alpini; deserti caldi di sole e lava ribollente come in Dancalia; ecosistemi fluviali imponenti, vivi e vivificanti, punteggiati di laghi; savane di alte erbe fluttuanti e puntute acacie, dove regnava il leone…..
Il suono dell’Omo River nel Sud dell’Etiopia è spesso coperto dal baccano di babbuini e scimmie columbus che si inseguono tra il fogliame; ma sempre evoca, con tutta la forza delle sue acque torbide, le antiche esplorazioni italiane in quella zona ancora selvaggia: il nome di Bottego, per citare l’esempio più noto, è saldamente collocato nell’immaginario collettivo delle esplorazioni africane…. 

Ogni viaggio in Etiopia comincia da Adissa (cioè Addis Ababa), dove si allestisce l’automobile – in genere un toyota “non troppo nuovo” con equipaggiamento per vivere nelle foreste del sud -, si definiscono gli ultimi dettagli del percorso – prima dei cambiamenti inevitabili “in corso d’opera” – e si celebra la partenza al Club degli Italiani. Si tratta, questa, di una struttura che permette al viaggiatore di riscoprire l’italianità degli espatriati di lungo corso, fatta di contaminazioni gastronomiche, di ricordi di un passato che non c’è più, di consigli per i nuovi amici di sempre che sono gli italiani di passaggio e di pacate considerazioni intorno ai problemi della quotidianità etiope….Questi personaggi di un’Italia diversa fanno da contorno importante e costituiscono il nostro ricordo di patria quando lasciamo Adissa per scendere (di circa 2000 metri) per le foreste del sud, verso il Kenya e il Sudan…..

Anno 2004, tra le genti dell’Omo River
I viaggiatori e i mezzi: Raffaele e Chiara (è la nostra special guest: ha 10 anni), Mauro e Cristina su Range Rover; Marco e Irene, “Giba” e Lena su Toyota. 
Attrezzatura per auto: normale da campeggio, con circa 200 litri di carburante e 100 di acqua. 
Un articolo su questo viaggio è stato pubblicato sul numero 1 (2007) de La Compagnia dei Viaggiatori.

In questo caso l’occasione è venuta in quanto, nei primi mesi dell’anno 2004, Raffaele e Giba avevano portato il Range fino ad Addis Ababa (in due tappe) dall’Italia: per loro l’obiettivo era quello di continuare fino a Nairobi (agosto 2004), ma con una digressione per le terre del Sud Etiopia, alla quale mi sono aggregato con Irene. Il supporto logistico è stato fornito da Maurizio (wonzdar@telecom.net.et), italiano, da sempre residente in Etiopia. Maurizio ha avviato una propria attività turistica ed è specializzato nella discesa in gommone dell’Omo River (!), ma partecipa con entusiasmo a dare una mano ai viaggiatori che passano per quelle parti. Grazie a lui il Range ha avuto il suo “lungo posteggio”, tra una viaggio e l’altro, noi un Toy come seconda auto con Dawid come autista e, soprattutto, una fraterna ospitalità ad Adissa (cioè Addis Ababa). Non solo: per mantenere le sane abitudini, quelle per cui mentre si viaggia si organizza il prossimo viaggio, con Maurizio si sta accarezzando il sogno di una prossima spedizione in Dancalia con le nostre auto, potendoci garantire i supporti per lo sdoganamento a Gibuti, oltre a permessi e logistica per questo viaggio. Ma questa è un’altra storia… se ci sarà!

Le brevi note che seguono, dunque, raccontano i giorni trascorsi nel Sud Etiopico, tralasciando il successivo viaggio di Marco e Irene nel nord (Lago Tana e Lalibela) e di Raffaele, Giba e compagni verso Nairobi. Il viaggio ha un particolare interesse etnologico e antropologico per le popolazioni incontrate, tuttavia queste note sono dedicate a fornire alcune informazioni pratiche, lasciando al vostro interesse personale eventuali approfondimenti sulle etnie dell’area…………..

Anno 2005, tra i Surma
I viaggiatori e i mezzi: Marco e Irene, “Giba” e Lena su Toyota. 
Attrezzatura per auto: normale da campeggio, con circa 200 litri di carburante e 100 di acqua.

Per la seconda volta in Etiopia: partendo da Adissa puntiamo a sud per deviare dal percorso dell’anno precedente a occidente verso Jima, nel Kefa. Il nostro obiettivo è raggiungere le terre dei Surma, a sud ovest, poi puntare verso il Sudan, a Gambela sul Baro, da dove si rientra via nord alla capitale. Questo viaggio ci porta sulle orme del grande esploratore Bottego lungo i due grandi fiumi Omo e Baro e, soprattutto, ci permette di entrare in contatto con le popolazioni Surma.

“L’esplorazione del Giuba” di Vittorio Bottego
….. (dove il fiume Dáua si unisce col Ganána) Nei due primi giorni di marcia le boscaglie vi si mantengono ancor fitte: poi, diradandosi, lasciano luogo a coltivazioni. Il corso del fiume è sempre seguito da boschi di palme. Forse si potrebbe, con un ben inteso sistema d’irrigazione, trarre qualche profitto agricolo dalle zone piane vicine al Dáua. Lungo il corso di questo fiume abitano due popolazioni ben distinte: i Bóran (che si dividono in Bóran propriamente detti ed Uáta, e parlano galla) ed i Somáli Gárra. Per fauna, la valle del Dáua è la più ricca di tutte quelle che formano il bacino del Giuba. Vi sono ippopotami, rinoceronti, cinghiali, elefanti, giraffe, antilopi, struzzi, una quantità sterminata di galline faraone (Numida vulturina e ptilorhyncha) e molta varietà d’altri uccelli. Le acque del fiume sono ricchissime di pesci……

“La carovana degli eroi” di M. Avenali