Sri Lanka dopo lo tsunami – 2005
Dopo lo tsunami nel sud dello Sri Lanka con un progetto dell’Università Cattolica di Milano
Il maremoto dell’Oceano Indiano è stato uno dei più eclatanti disastri naturali registrati fra la fine del XX secolo e l’inizio degli anni 2000, causando oltre 280 mila morti. Ha avuto la sua origine e il suo sviluppo nell’arco di poche ore in una vasta area della terra: ha riguardato l’intero sud-est dell’Asia, giungendo a lambire le coste dell’Africa orientale. Tutto ha avuto inizio alle ore 00:58:53 UTC del 26 dicembre 2004 quando un violentissimo terremoto – 9.0 gradi della scala Richter – ha colpito l’Oceano Indiano al largo della costa nord-occidentale di Sumatra (Indonesia). Tale terremoto è risultato il più violento degli ultimi quarant’anni, cioè dal sisma che colpì l’Alaska (USA) il 27 marzo del 1964 (9,2), e ha provocato centinaia di migliaia di vittime, sia direttamente sia attraverso il conseguente maremoto manifestatosi attraverso una serie di onde anomale alte fino a 15 metri che hanno colpito sotto forma di giganteschi tsunami vaste zone costiere dell’area asiatica tra i 15 minuti e le 10 ore successive al terremoto. Gli tsunami hanno colpito e devastato parti delle regioni costiere dell’Indonesia, dello Sri Lanka, dell’India, della Thailandia, della Birmania, del Bangladesh, delle Maldive giungendo a colpire le coste della Somalia e del Kenya (a oltre 4.500 km dall’epicentro del sisma).
Secondo le cifre diffuse dall’ONU, ad Aceh, la città indonesiana maggiormente colpita dalla catastrofe, l’onda anomala ha provocato danni per 4,5 miliardi di dollari, pari a circa il 97 per cento del prodotto interno lordo della provincia nord-occidentale dell’isola di Sumatra. Nelle Maldive, invece, i danni raggiungono la cifra di 470 milioni di dollari, pari al 62 per cento del Pil. In Sri Lanka, dove sono attivi molti progetti seguiti dalla Protezione civile e da organizzazioni non governative italiane, sono state completamente distrutti 70 mila edifici. Venendo agli aiuti economici, l’ONU ha raccolto 1,1 miliardi di dollari da spendere nei Paesi colpiti; di questi ne ha spesi 333 milioni di dollari. Banche e governi hanno garantito offerte per 5,2 miliardi di dollari. Dai privati sono arrivati contributi per quattro miliardi di dollari. Gli sfollati, al 2007, raggiungono la cifra di 1,1 milioni di persone e 1,7 milioni continuano a ricevere aiuti alimentari quotidiani.
2005 Progetto: L’Università Cattolica per i minori dello Sri Lanka
Da febbraio 2005 a giugno 2006 l’Università Cattolica è stata impegnata sulla costa est dello Sri Lanka all’interno di un progetto in collaborazione con Ai.Bi. (Amici dei Bambini) e il Dipartimento della Protezione Civile lombarda.
Il contesto di attuazione del progetto è stato individuato nello Sri Lanka, all’interno del triangolo Gampola-Matara-Galle. Nello specifico, le iniziative previste saranno realizzate presso la località di Matara e di Dickwella, poste nell’area più a sud dell’isola a 160 Km da Colombo. Matara, il cui centro urbano si estende lungo la spiaggia, è stata fortemente colpita dallo Tsunami. L’economia locale è legata ad attività artigiane, in particolare centrate sulla lavorazione ed il commercio di pietre dure e semipreziose. La città, che oggi conta 40.000 abitanti, ha trovato nell’Università di Ruhuna una risorsa culturale ed economica significativa, capace di imprimere una spinta verso la ricerca scientifica (le facoltà sono prevalentemente scientifiche e molto caratterizzate dal punto di vista culturale) e verso l’internazionalizzazione degli orizzonti, nello stesso tempo valorizzando l’originalità delle radici culturali locali.
Il pieno avvio del progetto “L’Università Cattolica per i minori dello Sri Lanka” nelle proprie aree operative di Matara e Dickwella nel sud del paese, ha permesso di definire sempre più nel particolare i temi in grado di soddisfare i bisogni emersi dalla comunità a seguito dello Tsunami.
Matara
problema: la larghezza delle scale
I contatti avvenuti attraverso i partner locali con i presidi degli Istituti scolastici di vario ordine e grado hanno messo in evidenza una richiesta di maggiore sicurezza sia dal punto di vista tecnico (definizione di spazi, segnaletica, ecc.) e sia dal punto di vista di acquisizione di comportamenti efficaci e utili a diminuire la vulnerabilità della popolazione scolastica di fronte a rischi quotidiani e straordinari. L’attività proposta contempla un lavoro di socializzazione del concetto di prevenzione e gestione dell’emergenza attraverso la partecipata realizzazione del progetto da parte degli stessi beneficiari sia adulti che minori.
Insieme sono stati realizzati giochi, manuali, video e procedure di evacuazione delle scuole per promuovere sicurezza nell’ambiente scolastico e domestico: un gioco dell’oca sulla sicurezza, un manualetto da colorare per i più piccoli, un filmato che insegna comportamenti sicuri a scuola, a casa e all’aperto.
Dopo lo tsunami, la scuola di Dickwella ha realizzato una rappresentazione teatrale il cui significato è l’esorcizzazione del disastro e il recupero della normalità attraverso l’intervento delle divinità buone che sconfiggono i diavoli del mare.
Dickwella